Cos'è
L’ultima personale di Mario Rosati a S.Ilario risale al 2017 negli spazi di M.I.A. a cura di Cristiana Pellacini e Stefano Ferrari.
Ora l’artista santilariese – pittore, scultore e incisore attivo dagli anni Settanta – torna con un’idea espositiva che da tempo meditava per condividere la passione di una vita.
A parte due grandi acrilici su tavola tra cui lo spettacolare “Inverno da Spalletti” del 1991, la mostra che inaugura il 1 aprile al Centro Mavarta - “Aves”, ovvero “uccelli” in latino - è composta principalmente da numerose tempere su carta di formato contenuto e recente esecuzione: un bestiario dai toni gentili, un vivo e tenero omaggio a creature apparentemente comuni, ma non per questo conosciute, che emergono nello splendore dei propri cromatismi.
Lo sfondo di quelli che sono autentici “ritratti” trae ispirazione dall’ambiente in cui vivono gli animali, dal ritmo delle stagioni, ma anche da suggestioni culturali provenienti dalla storia dell’arte. Rosati recupera e segnala alcune virtù antiche del fare artistico: lo studio meditato della natura nelle sue variazioni e nei suoi particolari che poi si traduce, attraverso l’occhio e la mano del pittore, nella rappresentazione. Un atteggiamento pedagogico in almeno due accezioni: da una parte il conoscere, dall’altra il sentire e il sentirsi parte di qualcosa che trascende l’individuo. Così il senso di questa mostra sembra essere quello di un umile messaggio rivolto alle nuove generazioni e a tutti coloro che cercano, per l’avvenire, un diverso rapporto con l’ambiente, la quotidianità e il Pianeta rispetto a quello modellato dallo sviluppo degli ultimi decenni.
Ma le parole più appropriate per descrivere “Aves” sono quelle scritte dall’artista stesso: “Da sempre sono attratto e affascinato dal mondo animale (i nostri umili compagni di viaggio) e in particolar modo dagli uccelli, specialmente da quelli che si possono osservare nei nostri giardini, parchi pubblici, o in campagna. Mi affascina il loro elegante portamento e la livrea che caratterizza ogni famiglia, spesso multicolore, altre volte più sobria. Cinciallegre, codibugnoli, pettirossi, cardellini, fringuelli, cinciarelle, merli sono per me una delizia per gli occhi e un toccasana per l’anima. Che emozione vederne uno o sentire il suo canto nel verde!
Ma mi attraggono anche quelli che vivono a stretto contratto con l’uomo, per intenderci “gli uccelli da cortile”: galli, galline (tante volte ingiustamente dileggiate), anatre, oche (particolarmente interessanti), tacchini.
Per quanto concerne i galli ho poi un interesse tutto particolare: fieri, altezzosi, audaci, combattivi, dotati dalla natura di un meraviglioso piumaggio e di una leggendaria coda (il livornese collo oro, l’olandese di razza nana dorata, il Nagasaki o Chabo, il Lakenfeld, tanto per citarne alcuni…). Li apprezzo anche perché possiedono un valore simbolico: annunciano il nuovo giorno, la nuova alba. Da quando ero adolescente, inoltre, allevo colombi, torraioli, cravattati di Reggio, gozzuti inglesi, pavoncelli e, da parecchi anni, mi sono rivolto ai “viaggiatori”, veri atleti capaci di percorrere centinaia di chilometri in giornata per tornare al nido o dalla compagna. Meravigliosi portatori di pace che hanno servito l’uomo in ogni epoca”.
Orari di visita: lunedì, mercoledì, venerdì ore 15-19; sabato ore 16-18. Lunedì 10 aprile (Pasquetta) chiuso. Ingresso libero.
Date e orari
Ultimo aggiornamento: 25-05-2023, 10:05